" L'Aspio "    Anno 2005

Ma chi l'ha detto che il Po e' ormai arrivato alla fine.

Roberto Peveri

Chi come noi, frequenta da anni le sue sponde, ha potuto seguirne i cambiamenti. Nessuno può mettere in discussione il degrado ambientale, si sa che l'inquinamento e' alto, che la sua fauna ha subito cambiamenti inimmaginabili. Siamo arrivati alla quasi estinzione della popolazione naturale. Lucci, Storioni, Cavedani, Alborelle, Barbi e Lasche sono stati sostituiti da specie provenienti dai fiumi dell'est. Fino ai primi anni '90, dopo l'esplosione demografica del SILURO, in Po non si riusciva a vedere nessun 'altra presenza. La grande alluvione del '94 ha portato una vera invasione dei Barbi di provenienza oltr 'alpe con esemplari anche di notevole dimensione. Successivamente ci fu l'aumento del Luccio perca, quasi unico interesse alla pesca per la sua bontà delle carni. Unica alternativa di pesca, anche per noi pescatori ad artificiali, era la caccia al Siluro. Alternativamente a questa situazione, fino ad oggi, non ne esistevano, forse presi esclusivamente dalla tecnica di pesca al "mostro", la ricerca indirizzata a fare il record, non ci ha fatto accorgere della presenza e dell'aumento di popolazione di un'altro pesce veramente eccezzionale "l'ASPIO", anche lui proveniente dai paesi del nord Europa. Un cipriniforme dalle caratteristiche e di un comportamento molto diversi cui eravamo abituati.
Qualche esemplare era stato catturato negli anni passati, ma sempre molto occasionalmente. Planctografo nei primi stadi di vita, diventa da adulto quasi esclusivamente predatore d'ogni tipo di pesce, compreso rane e piccoli roditori. Vive in branchi delle stesse dimensioni sotto la superficie in acqua poco profonda a ridosso di manufatti o in correntine fresche di acqua pulita di ghiaieti o sabbiaie dove caccia con foga mostrando visivamente la propria posizione. Lo si può incontrare anche nelle lanche, ma difficilmente e' catturabile per la sua velocità. Gli esemplari piu' grandi (raggiunge il metro e 20 di lunghezza per 9 Kg di peso), diventano solitari con una agressivita' esplosiva sugli artificiali. Anche loro come tutti i ciprinidi entrano in frega tra Aprile e Maggio????La grande capacita riproduttiva è già confermata. Nel periodo estivo mi sono dedicato a questo pesce che mi ha letteralmente entusiasmato. Oltre ai piccoli esemplari di circa 30, 40 cm, alcune catture superiori ai 80 cm, dai 2 ai 5,5 Kg mi ha confermato che l'Aspio si e' ben acclimatato nelle nostre acque prendendosi una nicchia tutta sua.
La sua diffusione  sta , lentamente ma inequivocabilmente, aumentando. Una presenza, anche di esemplari di grosse dimensioni, ben determinata è a valle dello sbarramento di Isola Serafini, che si pensava ne bloccasse la diffusione, ma anche a monte ha già conquistato quasi tutti gli ambienti lasciati liberi dalla scomparsa del cavedano. Fino a C. San Giovanni, all'imbrunire, si può rivedere il fiume vivo con bollate, salti, e cacciate di questo pesce anche al centro. In Adda, la sua presenza è visivamente radicata e se ne possono catturare di significativi dalla sua foce fino alla cascata di Pizzighettone. E'chiaro immaginare che nei prossimi anni l'Aspio, questo ciprinide dal comportamento così strano, potrà ricreare quella passione per il grande fiume che tanti, ormai, avevano perso. aspio4.jpg (10469 byte)

Isola Serafini, spiaggia fronte lo sbocco dell'Adda. Uno dei luoghi preferiti dall'Aspio per le sue predazioni e dove lo si può pescare a vista.

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